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A ogni latitudine vanno garantite le libertà fondamentali degli individui. Turi: La scuola è luogo di progresso civile

La libertà di insegnamento  è condizione fondamentale.
 
In Italia e in tutte le democrazie occidentali si dibatte sulla ricerca del trade off tra sicurezza e diritti.
Un dibattito basato sulle paure, sulle ansie, che mette nuove radici dopo gli attentati, che si carica di significati dopo le scelte di politica internazionale. Una tensione, tutta particolare, che entra nel tessuto sociale e politico.
Occorre fare sempre più attenzione ai linguaggi e alle parole che sembrano affermare principi e diritti condivisi ma poi dimenticano i diritti delle minoranze, dei corpi intermedi che li rappresentano.
E’ fonte di preoccupazione quanto sta accadendo agli insegnanti in Turchia.
L’antidoto ad ogni forma di  autoritarismo è  una  scuola libera e non condizionata.
Fondamentali per una società aperta e democratica sono la libertà di insegnamento e di apprendimento, la libera stampa, la divisone dei poteri, tutti valori che vanno salvaguardati e difesi ad ogni latitudine ed in ogni momento.
 
La dichiarazione del Segretario Generale dell’Internazionale dell’Educazione (IE), Fred van Leuween
The news that Turkey is now punishing educators in response to the attempted coup is not only shocking for our profession, but clearly shows that the current political climate is being used to justify the silencing of anyone who may not agree with the government,” said Education International (EI) General Secretary Fred van Leeuwen in response to the suspension and dismissal of thousands of education staff across Turkey. “We call on Turkish authorities to observe the rule of law and uphold the democratic values of Turkish society.”
The education ‘purge’ is only the latest action taken by the government to muzzle its critics since the attempted coup last week. The fallout the chaos that followed has resulted in thousands of arrests and more than 200 deaths.
According to reports, 15,200 education staff were suspended, more than 1,500 university deans have been told to resign and the licences of 21,000 teachers employed at private schools have been revoked.
“Education International will not stand silent as our profession is targeted in what amounts to a ‘witch hunt,” said van Leeuwen. “Although our organisation firmly rejects the attempted coup, we demand that the government of Turkey shows that democracy is the only answer to the unlawful actions of the military rather than justify what amounts to an abolishment of citizen’s rights.”
La notizia che la Turchia sta in queste ore punendo gli educatori in risposta al tentato golpe non è soltanto scioccante per la nostra professione, ma mostra chiaramente che l’attuale clima politico viene usato per giustificare il bavaglio imposto a chiunque possa dissentire con il governo – dichiara il Segretario Generale dell’IE, Fred van Leuween reagendo alla sospensione e al licenziamento di migliaia di lavoratori della scuola in tutta la Turchia. Facciamo appello alle autorità turche perché osservino la legge e difendano i valori democratici della società turca.
La  ‘purga’ per l’istruzione è solo l’ultima di una serie di azioni intraprese dal governo per silenziare chi lo critica dal momento del tentato golpe della scorsa settimana. Le ricadute ed il caos che ne è risultato ha provocato migliaia di arresti e oltre 200 morti.
Secondo i racconti, 15.200 docenti sono stati sospesi, più di 1500 decani universitari sono stati invitati a dimettersi e le abilitazioni di 21000 docenti della scuola privata sono state revocate.
L’Internazionale dell’Educazione non rimarrà muta mentre la nostra professione viene fatta oggetto di una caccia alle streghe – ha affermato van Leuween. – Anche se la nostra organizzazione deplora fermamente il tentato golpe, chiediamo che il governo turco mostri come la democrazia è l’unica risposta ad azioni illegittime dei militari, piuttosto che approfittarne per abolire i diritti civili.

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