Mobilità docenti, per la UIL l'algoritmo applicato dal Ministero non è quello del contratto. Tutela del diritto alla trasparenza
comunicato - Il ministro Giannini e il sottosegretario Faraone, continuano a negare e minimizzare l'evidenza dei fatti, che, cioè, per loro, il sistema informatico per la mobilità, ha operato e sta operando correttamente, senza errori , per cui è del tutto regolare che molti docenti con punti inferiori resti no in Campania ed altri, con le stesse indicazioni di sedi, medesima fase e punteggio superiore venga no destinati ne l Nord-Est.
La casistica di errori, invece, è ampia e descrive una realtà ben diversa da quella propagandistica e “volta gabbana” del MIUR.
Si sa che tutta l'operazione “buona scuola” è stata segnata da un'assoluta mancanza di trasparenza e di democrazia, come se la scuola e i suoi docenti, fossero divenuti dan blair (= di un colpo ) oggetti di un esperimento nelle mani di un insano alchimista, che non vuole svelare le sue formule magiche.
Infatti, alla nostra richiesta di pubblicare l'algoritmo per capire com'è stato tarato sui punteggi degli aspiranti alla mobilità, il MIUR ha risposto “picche” e con una sfacciataggine inaudita ha affermato che i sindacati erano a conoscenza della procedura instaurata. Falso!
I sindacati e in particolare la UIL Scuola hanno sottoscritto un contratto che dice altro, è l'applicazione e l'algoritmo del ministero che è sbagliato.
Prova ne è l 'unica apertura concessa dal MIUR a sanatoria degli errori seriali del sistema informatico e dell´algoritmo, di impartite istruzioni agli USP per procedere alla conciliazione con i docenti che ne faranno richiesta, così da poter ripristinare il diritto degli insegnanti alla sede sulla base del punteggio. Un'altra farsa!
Gli USP saranno sommersi da migliaia di richieste di conciliazioni che, materialmente e tecnicamente non potranno e non sapranno gestire.
Tutto resterà com'è, tranne pochissimi casi di docenti ripescati ad hoc, per avallare la buona volontà dell'Amministrazione scolastica di riparare al mal fatto.
Il vezzo dei politici nostrani di negare il fallimento delle loro azioni e di non assumersene la responsabilità politica, continua anche con il ministro Giannini che si ostina a negare gli effetti nefasti della legge 107/2015.
Ma ciò che ci fa più male come napoletani e come campani è che di fronte alla disperazione di tanti docenti scesi in piazza, i politici che ci rappresentano a livello regionale e nazionale sono rimasti silenti a guardare, così come anche la “libera” stampa quotidiana “approvano!?”.
Ma il caos non finisce qui!
LUIGI PANACEA
SEGRETERIA UIL SCUOLA CAMPANIA
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